“Viva e moia”: riflessioni pedagogiche inattuali su gogna mediatica e pensiero critico
DOI:
https://doi.org/10.15160/2038-1034/3053Parole chiave:
social media, narrazione, educazione, emozioniAbstract
Riassunto – Se il sistema educativo è connesso a tutte le dinamiche sociali e storiche, è quanto meno avventato individuare nei social e nelle piattaforme digitali i soli responsabili della violenza, della maleducazione e della volgarità di cui è impregnata la nostra società. Assumere la coscienza critica di sé stessi sarebbe il primo passo per arginare la violenza, perché la libertà del soggetto contrassegna la possibilità e la capacità di aderire a valori morali, civili e politici. Per coltivare una coscienza responsabile che curi interiorità e individualità, sarebbe opportuno ribadire che la competenza digitale non è semplicemente tecnologica, ma prevede il coinvolgimento della dimensione sociale e relazionale, cognitiva e morale. Analizzando criticamente, in modo interdisciplinare, alcune dinamiche sociali che, nel corso del tempo, hanno registrato "vittime" della fama e della furia del "popolo", si potrebbe alimentare una riflessione pedagogica che, interrogando “il passato con la massima forza del presente”, riesca a traversarlo per spingerlo fuori di sé.
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