Quando Filologia sposa Fantasia: un carteggio "inedito" tra Chrétien de Troyes e Vázquez Montalbán
DOI:
https://doi.org/10.15160/2038-1034/936Abstract
Tutta la scrittura, anzi, addirittura tutta la cultura in cui siamo immersi, non è che il risultato, per dirlo con parole di Piero Boitani, di "ri-scritture interminabili". In questo lavoro ho applicato alla lettera questa prospettiva, riscrivendo a mia volta, in un gioco a volte vertiginoso di mise en abîme, quello che nella mia fantasia può essere un processo di riscrittura. Il testo da cui sono partita è, inutile dirlo, a sua volta una ri-scrittura, quella che Manuel Vázquez Montalbán ha fatto dell’Erec et Enide di Chrétien de Troyes, ambientando una storia di cavalieri medievali ai giorni nostri e mutuando dall’autore francese anche il titolo: Erec y Enide. Sulla scorta di Dieci prove di fantasia in cui il grande Cesare Segre ha dato versioni giocose e immaginarie di tanti personaggi della Filologia Romanza, anche io ho scritto il carteggio intercorso nella mia immaginazione tra l’autore moderno e il maestro medievale. Se ho inserito nel mio lavoro filologico un gioco letterario di pura fantasia, giocando io stessa a una ri-scrittura della ri-scrittura, l’ho fatto perché mi è parso un modo solo apparentemente frivolo di immergermi nel mondo letterario evocato da due autori tanto lontani nel tempo, ma alla fine uniti quasi genealogicamente dai misteriosi percorsi di filiazione del processo creativo.