Orientamento e vulnerabilità. Questioni aperte
DOI:
https://doi.org/10.15160/2038-1034/2973Parole chiave:
dis-orientamenti, vulnerabilità, contesti capacitanti, carcere, responsabilità pedagogicaAbstract
Riassunto – La complessità del reale introduce nelle traiettorie di vita delle persone numerosi momenti di dis-orientamento. Per far sì che questi possano essere considerati esperienze legittime e formative – anziché squalificanti – la pedagogia può assumere un ruolo rilevante all’interno del dibattito contemporaneo, sostenendo la necessità di prendere le distanze dal modello neoliberista, introducendo un pensiero attento alle condizioni di vulnerabilità e sostenendo il valore dell’esperienza e della sua sedimentazione all’interno delle storie di vita personali e collettive, delle culture locali, territoriali e globali. Gli interventi di orientamento rivolti a persone adulte, specie se in condizioni di privazione della libertà all’interno di istituti penitenziari, lasciano aperte molte questioni nodali. Sono evidenti, infatti, le contraddizioni poste da azioni e contesti infantilizzanti anziché capacitanti, oppure i limiti sottesi al potere cristallizzante dello stigma sociale rispetto alla reale possibilità di proiezione verso diversi futuri possibili. Dinnanzi a questi scarti, è opportuno domandarsi quale spazio occupi il pensiero pedagogico sull’orientamento all’interno di aree caratterizzate da elevata vulnerabilità.
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