Nuove tecnologie e pensiero computazionale fra passato e presente: un’esperienza didattica nella scuola del primo ciclo
DOI:
https://doi.org/10.15160/2038-1034/1585Parole chiave:
pensiero computazionale, coding, innovazione digitale, robotica educativa, costruttivismoAbstract
Nella scuola, pur fra mille contraddizioni, è in atto un cambiamento imposto dalla crescente varietà di strumenti tecnologici che irrompono nelle aule e mettono in discussione il tipo di organizzazione della classe, il ruolo e la funzione del docente. In questo articolo viene descritta un’esperienza realizzata nell’a. s. 2016/2017 in continuità fra studenti di scuola primaria e secondaria di primo grado in cui si è sperimentato un approccio al pensiero computazionale, attraverso l’uso di piccoli robot programmabili con Scratch, un linguaggio di programmazione intuitivo e visuale, ma prevedendo, in alcune situazioni, anche l’utilizzo di metodi cosiddetti “unplugged”, che non richiedono cioè una programmazione, nell’accezione informatica del termine. Si analizza il contesto in cui è nata l’esperienza, le motivazioni che l’hanno generata e i cambiamenti che ha prodotto nella didattica. Lo sguardo dei docenti si è spostato nel corso degli anni, dagli strumenti digitali al servizio della didattica disciplinare ai processi sottesi all’uso di piccoli robot che necessitano di istruzioni per poter funzionare. Ogni docente in questa ultima fase si è posto nel ruolo di osservatore attento al comportamento degli alunni, ha raccolto informazioni su cui ha avviato un processo di riflessione e revisione con i colleghi utile a futuri sviluppi. Si riflette sulle implicazioni nella prassi quotidiana di questi nuovi saperi nella consapevolezza che la mancanza di esperienze consolidate e la rapidità dell’innovazione rendono difficile un’accurata valutazione del loro ruolo nel curricolo e della loro efficacia nel processo di insegnamento/apprendimento. Si ripercorrono, a partire dagli anni Ottanta, le tappe più significative dell’alfabetizzazione informatica nella scuola di base, esaminando i piani di intervento ministeriali che si sono succeduti e le criticità implicite nella sfida all’innovazione.