L'educatore nei servizi: marginalità, svantaggio, disabilità
DOI:
https://doi.org/10.15160/2038-1034/1173Parole chiave:
marginalità, svantaggio, disabilità, sguardo pedagogico, metodo educativo, lavoro educativoAbstract
Cosa significa oggi, per un educatore, lavorare in servizi che si occupano di marginalità, svantaggio e disabilità? Quali caratteristiche definiscono la professionalità educativa in tali contesti? Quali logiche e quali metodi animano il lavoro educativo? Per rispondere a queste domande, a partire dalle problematicità che lavorare nei servizi oggi comporta, l’articolo affronta tre questioni. In primo luogo, pone l’esigenza di andare oltre distinzioni categoriali che, seppur necessarie all’organizzazione dei servizi, non facilitano la considerazione di fragilità spesso all’origine di situazioni di marginalità, svantaggio, disabilità conclamate. In secondo luogo, l’articolo pone la questione dello sguardo pedagogico, e individua nell’adozione di paradigmi capaci di considerare il disagio individuale e contestuale come “situazione appresa” la sua specificità. Da ultimo, indica nella competenza metodologica la possibilità di tradurre tale sguardo pedagogico in uno specifico agire educativo.