In fondo a un archivio paleolitico. Risultati di una prospezione geofisica integrata con rilievo topografico 3D a Grotta di Fumane.
DOI:
https://doi.org/10.15160/1824-2707/1508Abstract
L’applicazione di tecniche geofisiche per l’esplorazione delle grotte paleolitiche è una pratica ancora rara, principalmente per le difficoltà riconducibili alla natura sedimentaria di questi contesti e alla quasi totale assenza di resti architettonici o comunque di manufatti facilmente rilevabili con metodi geofisici (Piro et al., 2000; Quarto et al., 2007). Queste condizioni caratterizzano anche i depositi del Pleistocene Superiore della grotta paleolitica di Fumane, in passato largamente investigati sia nella dimensione areale che verticale (Bartolomei et al., 1992). Proprio grazie a queste indagini preliminari, si è ritenuto possibile intraprendere una campagna di prospezione geofisica, preceduta da un rilevamento topografico con laser scanner e fotogrammetria, finalizzato alla costruzione di un modello digitale tridimensionale (Fig. 1). L’esplorazione del sottosuolo è stata condotta mediante Tomografia della Resistività Elettrica (ERT) e sismica passiva a stazione singola (HVSR) per comprendere la variazione spaziale dei corpi sedimentari e delle loro geometrie (Abu-Zeid et al., 2017; Bignardi et al., 2016). Quest’ultima tecnica è stata inoltre utilizzata anche per rilevare la possibile presenza di paleosuperfici, inferite sulla base di bruschi aumenti dell’impedenza acustica. I modelli tridimensionali ERT ottenuti hanno fornito immagini suggestive grazie alle quali è stata ricostruita la geometria dei depositi nei primi 2-2,5 metri, mentre i modelli di resistività Polo-Polo hanno permesso di mappare la topografia del substrato roccioso (Fig. 2), rilevata anche dall’analisi spettrale dei microtremori a circa 5 metri di profondità dalla superficie di calpestio (settembre 2013). Nello stesso tempo, è stata segnalata la presenza di un livello ad elevata Vs a circa 1 metro di profondità, correlato ad una paraconcordanza osservata sulla sezione principale dei depositi della cavità atriale. I risultati contribuiscono alla comprensione dei processi deposizionali di questo importante sito archeologico e a programmare future indagini a lungo termine, anche in relazione alla fruizione culturale.Downloads
Published
2018-02-03
Issue
Section
Proceedings