In fondo a un archivio paleolitico. Risultati di una prospezione geofisica integrata con rilievo topografico 3D a Grotta di Fumane.

Authors

  • Nasser Abu Zeid Università degli Studi di Ferrara
  • Marija Obradović Università degli Studi di Ferrara
  • Samuel Bignardi Georgia Institute of Technology
  • Marcello Bolognesi Università degli Studi di Ferrara
  • Alessio Furini Università degli Studi di Ferrara
  • Paolo Russo Università degli Studi di Ferrara
  • Giovanni Santarato Università degli Studi di Ferrara
  • Marco Peresani Università degli Studi di Ferrara

DOI:

https://doi.org/10.15160/1824-2707/1508

Abstract

L’applicazione di tecniche geofisiche per l’esplorazione delle grotte paleolitiche è una pratica ancora rara, principalmente per le difficoltà riconducibili alla natura sedimentaria di questi contesti e alla quasi totale assenza di resti architettonici o comunque di manufatti facilmente rilevabili con metodi geofisici (Piro et al., 2000; Quarto et al., 2007). Queste condizioni caratterizzano anche i depositi del Pleistocene Superiore della grotta paleolitica di Fumane, in passato largamente investigati sia nella dimensione areale che verticale (Bartolomei et al., 1992). Proprio grazie a queste indagini preliminari, si è ritenuto possibile intraprendere una campagna di prospezione geofisica, preceduta da un rilevamento topografico con laser scanner e fotogrammetria, finalizzato alla costruzione di un modello digitale tridimensionale (Fig. 1). L’esplorazione del sottosuolo è stata condotta mediante Tomografia della Resistività Elettrica (ERT) e sismica passiva a stazione singola (HVSR) per comprendere la variazione spaziale dei corpi sedimentari e delle loro geometrie (Abu-Zeid et al., 2017; Bignardi et al., 2016). Quest’ultima tecnica è stata inoltre utilizzata anche per rilevare la possibile presenza di paleosuperfici, inferite sulla base di bruschi aumenti dell’impedenza acustica. I modelli tridimensionali ERT ottenuti hanno fornito immagini suggestive grazie alle quali è stata ricostruita la geometria dei depositi nei primi 2-2,5 metri, mentre i modelli di resistività Polo-Polo hanno permesso di mappare la topografia del substrato roccioso (Fig. 2), rilevata anche dall’analisi spettrale dei microtremori a circa 5 metri di profondità dalla superficie di calpestio (settembre 2013). Nello stesso tempo, è stata segnalata la presenza di un livello ad elevata Vs a circa 1 metro di profondità, correlato ad una paraconcordanza osservata sulla sezione principale dei depositi della cavità atriale. I risultati contribuiscono alla comprensione dei processi deposizionali di questo importante sito archeologico e a programmare future indagini a lungo termine, anche in relazione alla fruizione culturale.

Author Biographies

Nasser Abu Zeid, Università degli Studi di Ferrara

Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra

Marija Obradović, Università degli Studi di Ferrara

Dipartimento di Studi Umanistici

Samuel Bignardi, Georgia Institute of Technology

School of Electrical and Computer Engineering

Marcello Bolognesi, Università degli Studi di Ferrara

Dipartimento di Ingegneria

Alessio Furini, Università degli Studi di Ferrara

Dipartimento di Ingegneria

Paolo Russo, Università degli Studi di Ferrara

Dipartimento di Ingegneria

Giovanni Santarato, Università degli Studi di Ferrara

Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra

Marco Peresani, Università degli Studi di Ferrara

Dipartimento di Studi Umanistici

Published

2018-02-03