L’orientamento tra pratiche di adattamento e percezione dei processi di esclusione sociale
DOI:
https://doi.org/10.15160/2038-1034/2961Parole chiave:
storie individuali e collettive, condizionamenti sociali, appartenenze di classe, coscienza critica, meritocraziaAbstract
Riassunto – Le pratiche di orientamento, in particolare quelle dedicate alla formazione formale, si collocano in momenti della vita dei soggetti in cui molte delle loro potenzialità non hanno opportunità di esprimersi a causa dei condizionamenti sociali che hanno influenzato le loro storie individuali e familiari. Di tale criticità devono farsi carico quelle politiche di orientamento che, rifuggendo le immaginifiche dichiarazioni di principio, vogliono evitare di produrre prassi adattive e di adeguamento convinto delle persone ai limiti posti loro dalle contingenze economiche e sociali. Ispirandosi alle riflessioni di Didier Eribon e alla Scuola di Barbiana, emerge la necessità che qualsiasi intenzione d'orientamento, che muova da culture democratiche e progressiste con lo scopo di fornire ai soggetti strumenti per “conoscere e scegliere”, non possa fare a meno di confrontarsi con l’appartenenza economica e sociale e operare affinché il soggetto acquisisca consapevolezza e pensi diversamente sé stesso e la propria storia.
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