Il Memoriale degli italiani di Auschwitz come strumento di formazione per la scuola. L’opera d’arte come strumento di didattica quotidiana in un istituto professionale
DOI:
https://doi.org/10.15160/2038-1034/2277Parole chiave:
Memoriale degli italiani di Auschwitz, didattica della storia, public history of education, storia sociale dell’educazione, istituti tecnici e professionaliAbstract
L’8 maggio del 2019, il Memoriale degli italiani di Auschwitz, restaurato e riallestito, riapriva al pubblico a Firenze. L’opera d’arte era originariamente installata nel Museo statale di Auschwitz per narrare la deportazione italiana. Vi avevano collaborato figure della cultura italiana come lo scrittore e testimone Primo Levi, il pittore Mario Pupino Samonà, il musicista Luigi Nono e lo studio di architettura milanese BBPR. Nel 2011, la direzione del museo di Auschwitz dichiarava l’opera non più didatticamente idonea e chiudeva il Blocco 21 che la ospitava lasciando il Memoriale in stato di abbandono, fino a quando la Regione Toscana ne ha organizzato il trasferimento in Italia. L’Istituto alberghiero Saffi di Firenze, in collaborazione con l’Università di Firenze, ha dato vita ad un’esperienza di Public History of Education con l’obiettivo di rendere il memoriale strumento di formazione professionale e rielaborandone la funzione didattica nel XXI secolo.