«Nella sua Comedìa Dante qui dice». «<i>Commedia</i>» e «<i>Morgante</i>»: nuove acquisizioni
DOI:
https://doi.org/10.15160/1826-803X/3063Parole chiave:
Divina Commedia, Morgante, Intertestualità, Luigi Pulci, FilologiaAbstract
L’articolo è volto a indagare i rapporti intertestuali tra Morgante e Commedia, a partire dall’analisi dei cantari I, II, XVIII, XXVI e XXVII. L’intento è quello di verificare la presenza e la modalità di fruizione del poema dantesco, rilevatesi assai cospicue, dense e significative; in alcuni passi pulciani addirittura, la Commedia funziona da vero e proprio ipotesto. Dall’indagine emerge il “culto” di Pulci per Dante che è poeta, maestro, guida ed exemplum privilegiato da imitare, un modello da cui attingere a livello linguistico, stilistico, rimico, formale, contenutistico, concettuale, retorico e infine narrativo. I loci danteschi individuati vengono suddivisi in differenti categorie, nonché sottoposti singolarmente ad analisi; si tratta di partizioni strumentali, non di una catalogazione con preciso intento scientifico. Da tale lavoro emergono vere e proprie linee guida, atteggiamenti prevalenti, direttrici linguistiche, stilistiche, formali e poetiche adottate dal Pulci durante la composizione del Morgante.