Stupri digitali: una questione di governance del cyberspazio
DOI:
https://doi.org/10.15160/2038-1034/2891Parole chiave:
violenza di genere, violenza digitale, crimine informatico, lex algoritmica, cyberstalking, comunità digitaliAbstract
In questo saggio sostengo che la violenza online di genere non sia principalmente attribuibile a cause culturali o linguistiche. Tanto i gender studies quanto i cultural studies non riescono a individuare le vere cause della violenza digitale di genere nei pattern culturali e negli atti performativi linguistici. Diversamente dalle posizioni teoriche prevalenti nella letteratura sulla violenza di genere online, sostengo che le radici profonde di questa violenza nel web siano direttamente conseguenza del tipo di governance permessa dai regolatori agli Internet Service Providers (ISP), i veri controllori del cyberspazio. La tesi centrale di questo articolo sostiene che, per rendere efficace la regolamentazione della violenza digitale di genere, è necessario adottare un approccio strutturale basato sulle comunità digitali, abbandonando l’idea di adattare le leggi del mondo reale al cyberspazio. In sintesi, questo saggio, invece di concentrarsi sulle forme culturali di genere, pone l’accento sulla struttura dell’architettura digitale per una migliore comprensione del funzionamento del potere e della produzione di soggettività collettive in relazione al genere, alla sessualità e ad altri tipi di relazioni sociali.
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